CARABINIERI BRAVA GENTE
Mi sono recato in caserma. Dopo alcuni mesi che non ci vedevamo né sentivamo, avevo proprio voglia d’incontrarlo, discorrere con lui. Non avevo faticato molto a sentirlo mio amico e, nonostante la forza dell’imperio, avevo sempre avvertito, nei suoi occhi fieri, riverberi di bambino.
“Cerco il comandante”, ho detto al piantone che, vista l’ora, mi ha guardato in modo un po’ sospettoso. “Sono qui”, mi ha risposto una voce secca, dall’alto della scalinata. Io sono rimasto confuso, ho cercato una via d’uscita, avrei voluto tornarmene indietro, mi sono sentito come chi crede di aprire la porta di casa e si trova, invece, in un appartamento non suo.
“Io cercavo, dico balbettando, il comandante”.
“Sono io!” mi risponde di nuovo la voce.
Tento di spiegare che m’aspettavo di vedere un altro comandante, mio amico, che però non c’è. M’invita a seguirlo nel suo ufficio ed anche questa volta l’abito non riesce a nascondere, dietro la patina del comando, un fisico asciutto, da fondista, ed una gentilezza spontanea.
Sono salito con un certo imbarazzo, eppure dopo un poco ci siamo ritrovati a parlare di stile, di narrazione, di favola e di metafore. Della necessità che i cittadini collaborino con le forze dell’ordine, ma non sempre questo avviene, come hanno dimostrato alcune vicende squallide avvenute negli ultimi tempi, per responsabilità degli attori delle violenze sui minori, ma anche per il silenzio che non raramente gira intorno a tali storie, che tutti conoscono e di cui nessuno parla. Anche per questo, mi ha detto, occorre tutelare l’immagine dei carabinieri.
Gli ho risposto che l’immagine dei carabinieri viene già tutelata giorno per giorno da loro stessi, per quello che fanno, per la vita che rischiano; ma ci siamo trovati d’accordo che occorre portare nella società e nelle scuole l’educazione alla legalità. Da soli non bastano i carabinieri, occorre ricucire una trama lacerata, e l’educazione dei giovani, dei cittadini di domani, può fare molto. Abbiamo rinviato tutto ad un programma comune d’intervento nelle istituzioni scolastiche e questo sì che mi ha fatto piacere.
Ma chi me lo doveva dire: entrato ad ora tarda in una caserma dei carabinieri, dovevo ritrovarmi, ancora una volta, a parlare di scuola!